giovedì 9 ottobre 2025

ATCHUGARRY. Catalogo generale della scultura

Giovedì 23 ottobre alle ore 18, presso la Sala Bassetti della Pinacoteca di Brera, Nomos Edizioni, editore indipendente dal 1997, specializzato in libri illustrati dedicati all’arte, presenta ATCHUGARRY. Catalogo generale della scultura, a cura Marco Meneguzzo, quarto volume del Catalogo generale delle opere di Pablo Atchugarry.

Dopo la pubblicazione del Catalogo generale dei dipinti, disegni, ceramiche, incisioni, edito nel 2024 e sempre curato da Marco Meneguzzo, Nomos Edizioni continua infatti nel suo intento di documentare l’opera dell’artista uruguaiano con questa nuova pubblicazione che accoglie oltre 800 opere scultoree illustrate e descritte, realizzate dal Maestro negli anni dal 2019 al 2024.

In apertura al catalogo, il testo critico del curatore Marco Meneguzzo è seguito da un dialogo a tu per tu con l’artista.

Tutto ciò che Atchugarry ha cominciato a realizzare da un decennio a questa parte – scrive Meneguzzo – assomiglia a una grandiosa “lotta contro il tempo”, non inteso come tempo presente, ma come tempo a venire: un sistema di virtuosa resistenza all’oblio che spesso attanaglia gli artisti e che in questo caso si traduce nella volontà di costruire, in senso lato, un posto per l’essere umano ispirato dai sentimenti di ascesi, di ricerca della luce, della pace – conseguenza dell’armonia – che pervadono la sua scultura e per così dire “difeso” da una serie di baluardi concentrici, il principale dei quali è proprio il Museo, la cui missione è mostrare un modello di vita possibile e trasmetterlo al futuro.

Le opere sono poi divise per anno, ciascuno dei quali è introdotto da testi critici di importanti studiosi che in passato si sono occupati dell’opera di Atchugarry: Ettore Mocchetti, Luca Bochicchio, Luciano Caprile, Philippe Clerc, David Anfam, Arianna Baldoni e Kosme de Barañano.

Pablo Atchugarry, figura di spicco della scultura contemporanea, nasce a Montevideo (Uruguay) il 23 agosto 1954, da María Cristina Bonomi e Pedro Atchugarry, entrambi appassionati d’arte. Fin dall’infanzia i genitori ne incoraggiano le attitudini, spingendolo a esprimersi attraverso disegno e pittura. Nel 1971 realizza la sua prima scultura in cemento, e l’anno successivo tiene la sua prima mostra personale di disegni e dipinti al Centro de Exposiciones SUBTE di Montevideo.

Il momento cruciale della sua vita artistica arriva con l’incontro con il marmo e le cave di Carrara, un’esperienza che lo abbaglia e che egli stesso descriverà come “trovare il vero amore”. Da allora il marmo diventa la materia privilegiata della sua ricerca: è Atchugarry stesso a tornare regolarmente a Carrara per scegliere personalmente i grandi blocchi che diverranno le sue opere monumentali.

Le sue mostre hanno toccato le principali città del mondo – da Londra a New York, da Parigi a Buenos Aires, da Miami a Venezia – e le sue opere sono oggi custodite in musei internazionali come il Museo Nacional de Artes Visuales di Montevideo, il Groeningemuseum di Bruges, il Chrysler Museum of Art in Virginia, il Museu de Arte Contemporânea di Lisbona, la Fondazione Lercaro di Bologna, il Pérez Art Museum e il Frost Art Museum di Miami.

Attualmente Atchugarry vive e lavora tra Lecco e Manantiales (Uruguay), dove ha fondato la Fundación Pablo Atchugarry, che comprende il Parco Internazionale della Scultura e il MACA – Museo de Arte Contemporáneo Atchugarry.


Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli | Email mariachiara@salvanelli.it - Cell + 39 3334580190

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lunedì 9 giugno 2025

Perché non possiamo non dire genocidio

Sono tanti i modi in cui lo si commette o lo si lascia commettere. Ci siamo chiesti come sia potuto avvenire l’Olocausto, o il Ruanda, Srebrenica e tanti altri. Oggi a Gaza lo sappiamo

Chantal Meloni  07/06/2025 - il manifesto

Sono tanti i modi in cui si commette un genocidio.


Quando Raphael Lemkin, giurista ebreo-polacco, coniò questo termine, per descrivere lo sterminio di milioni di ebrei ad opera della Germania nazista e dei suoi alleati, aveva già maturato la convinzione che fosse necessario un nuovo crimine, caratterizzato dalla volontà di distruggere un gruppo in quanto tale, osservando quello che oggi chiamiamo senza ambiguità genocidio degli armeni, all’inizio del secolo scorso.

Sono tanti i genocidi della storia, commessi sia prima che dopo la Convenzione per la prevenzione e repressione del crimine di genocidio, adottata dall’Onu nel 1948.

Su quella promessa, di non permettere mai più un genocidio, si fonda la nostra comunità internazionale, che si dotava degli strumenti, politici e giuridici per ripartire dalle macerie della Seconda guerra mondiale, con decine di milioni di vittime e intere città rase al suolo.

Sono tanti i modi in cui si commette un genocidio e sono tante le accezioni in cui si impiega il temine, ma genocidio è anzitutto un termine giuridico. Perché parliamo di genocidio rispetto a quel che Israele sta facendo a Gaza? Perché è un termine tecnicamente corretto per descrivere ciò che è in corso; perché appaiono integrati gli elementi costitutivi di tale crimine; perché è necessario ricorrere alle categorie giuridiche esistenti, prima di parafrasare o creare neologismi.

Occorre guardare alla definizione di genocidio ai sensi della Convenzione, rimasta immutata da 78 anni. Una definizione accettata da tutti gli Stati del mondo come diritto consuetudinario, cogente, che obbliga tutti al suo rispetto – non solo nel senso di non commettere atti di genocidio, ma anche, e questo è un punto fondamentale, alla sua prevenzione e punizione.

Solo la prima delle cinque condotte integranti genocidio comporta peraltro l’uccisione fisica (e non si tratta certo di soglie in termini quantitativi di morti): anche causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo, infliggere condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica, imporre misure volte a prevenire le nascite all’interno del gruppo o trasferire forzatamente bambini a un altro gruppo, possono integrare questo crimine.

Sono tanti i modi in cui si commette un genocidio, ma tutti sono accomunati da una cosa, lo scopo che si prefigge chi agisce, ossia quell’intento che caratterizza il crimine – di distruggere in tutto o in parte un gruppo protetto in quanto tale (su base nazionale, etnica, razziale o religiosa).

Israele nega di stare commettendo un genocidio a Gaza: afferma di stare combattendo un conflitto armato con Hamas, invoca il suo intrinseco diritto di difendersi e sostiene che le sue azioni sono giustificate dal fine della liberazione degli ostaggi; in breve, di stare combattendo obiettivi militari seguendo le regole dei conflitti armati (il diritto internazionale umanitario).

Ma nessuna regola di diritto internazionale umanitario permette di fare ciò che Israele sta facendo a Gaza – gli attacchi agli ospedali, alle scuole, i bombardamenti a tappeto, la distruzione totale delle infrastrutture civili, gli sfollamenti impossibili di centinaia di migliaia di civili, le torture sui prigionieri, l’uso della fame come arma di guerra. Gli esperti hanno definito il tentativo di Israele di giustificare la sua condotta con la retorica della guerra come «camuffamento umanitario», un abuso del diritto internazionale.

L’esistenza di un conflitto armato (e la commissione di crimini di guerra) non esclude peraltro la commissione di un genocidio, come ben spiegato nel ricorso del Sudafrica contro Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia già a dicembre 2023. Sono innumerevoli i rapporti che analizzano in questi termini, con ampia documentazione, ciò che Israele fa a Gaza: organizzazioni palestinesi, israeliane, internazionali, esperti indipendenti, special rapporteur dell’Onu, autorevoli accademici, storici, sociologi, studiosi del genocidio, studiosi ebrei dell’Olocausto giungono alle stesse conclusioni.

La situazione è divenuta tanto più chiara nelle ultime settimane, con il blocco totale degli aiuti umanitari e la popolazione di Gaza, bombardata, mutilata e affamata in diretta davanti ai nostri occhi.

Non si parla più di un rischio di genocidio, ma di un genocidio in pieno corso, che gli Stati hanno fallito di prevenire. Come ci insegnano gli studiosi del genocidio, l’uccisione fisica dei membri del gruppo è solo l’ultimo di diversi stadi che preparano il terreno, a partire dalla deumanizzazione del gruppo in quanto tale. Il piano di distruzione del gruppo palestinese non è iniziato il 7 ottobre 2023, né è avvenuto senza avvisaglie, né può essere confinato a Gaza. Rapporti datati 2022 ci ricordano che sufficienti segnali c’erano già prima del 7 ottobre; le spunte sulla check list del livello di allarme erano già complete.

Le dichiarazioni del governo israeliano dopo il 7 ottobre hanno reso esplicito ciò che i palestinesi già sapevano. Dovremmo ascoltare di più le vittime ma non lo facciamo, anche perché in fondo siamo razzisti. E così i segnali di allarme rimangono inascoltati, ignorati. Così si arriva a decine di anni di omissioni da parte degli Stati terzi, che poi così terzi non sono.

Sono tanti i modi in cui si commette un genocidio e sono tanti i modi in cui lo si lascia commettere. Ci siamo chiesti come sia potuto avvenire l’Olocausto, il genocidio del Ruanda, quello di Srebrenica e tanti altri. Oggi, rispetto a Gaza, lo sappiamo.

lunedì 21 aprile 2025

L' Unione Europea sta rilanciando l’ideologia europea del nazismo

Risposta di Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, a una domanda del programma “Mosca. Cremlino. Putin” , pubblicata sulla pagina facebook dell' Ambasciata della Federazione Russa in Italia.

Domanda: A suo parere, che cosa è diventata l’Unione Europea, dato che i suoi funzionari proibiscono ai leader dei Paesi membri di recarsi a Mosca?


Sergey Lavrov: Non c’è una parola con la quale si possa definire questo fenomeno. Ma è davvero (e adesso non sto ironizzando) sconcertante come l’Unione Europea cerchi apertamente di rilanciare l’ideologia europea del nazismo proprio dove tale ideologia ebbe origine, e dove fu poi annientata e vietata categoricamente dal Tribunale di Norimberga (anch’esso svoltosi sul territorio europeo). Adesso questa ideologia sta risorgendo. E alla guida di questo processo vi sono i capi della “burocrazia di Bruxelles”.

Questi sono avvenimenti infausti e allarmanti, che noi certamente non intendiamo tollerare. Faremo tutto ciò che è in nostro potere affinché questa ideologia non rialzi la testa e venga annientata una volta per tutte, e affinché l’Europa infine faccia ritorno ai suoi valori; valori che certamente non consistono nel “ridurre tutti allo stesso livello”, nel mobilitare tutti “alle armi”, o nell’incitarli contro i [presunti] rivali dell’Europa, ovvero contro coloro i cui valori, vedute e convinzioni semplicemente non sono graditi ai leader europei, ai vari “führer” e “commissari”.

Spero che, nelle capitali europee, possa prevalere una maggioranza di persone che non intendono rinnegare le proprie radici né vogliono sottomettersi a un qualche gruppo di burocrati, che peraltro [nel caso specifico] manifestano apertamente tendenze naziste.

sabato 15 giugno 2024

Alfredo Camisa, un decennio da ‘amatore impegnato’ nella fotografia italiana

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, nelle sale di Palazzo Bisaccioni, offre al pubblico la mostra dedicata ad Alfredo Camisa, fotografo emblematico nel panorama artistico del dopoguerra. A partire dal 21 giugno 2024, si potrà visitare l’esposizione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi in collaborazione con il Comune di Senigallia e l’Archivio Fotografico Alfredo Camisa, un’occasione preziosa per osservare da vicino gli scatti del maestro bolognese.

La mostra “Alfredo Camisa, un decennio da ‘amatore impegnato’ nella fotografia italiana”, a cura di Marta Camisa, Direttrice dell’Archivio Fotografico Alfredo Camisa, si compone di trentasei fotografie provenienti dalla collezione del Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia. Gli scatti vengono presentati nel percorso raccolti in serie: il visitatore passeggiando per la sala si immergerà dapprima nelle Bancarelle di Milano, passando per le Impressioni del Sud si soffermerà su Ritratti, dopo una breve sosta Dietro le quinte del Piccolo Teatro compirà un viaggio con Scatti oltre confine, visitando gli U.S.A. e la Libia.

Alfredo Camisa, Siesta in Sicilia, 1957 
Credits: Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia


Bolognese d’origine, arrivò nelle Marche grazie alla collaborazione con il Gruppo Misa, fondato da Giuseppe Cavalli, dove strinse amicizia con Piergiorgio Branzi, Mario Giacomelli e Ferruccio Ferroni, contribuendo alla costituzione dell’archivio storico del Gruppo. Si avvicinò alla fotografia perché affascinato dall’arte, iniziò seguendo la moda del tempo, deluso dalla monotonia del genere sentì l’esigenza di superare le ovattate nature morte; in lui già si mostrava già un forte spirito d’avanguardia.

Camisa indagò l’uomo negli aspetti più intimi, più umili e umani, evitando ogni pietismo. La sua fotografia fu impegno sociale diluito dall’ironia, i suoi contrasti sono il risultato di un’attenta ricerca formale in cui tutte le componenti sono misurate con precisione da chimico, quale era.

La carriera da fotografo fu una parentesi, fotografò per circa un decennio, poi smise, amareggiato dalle limitazioni del professionismo. Così nel 1961 abbandonò la pratica, lasciando un breve, ma indelebile, segno nella storia della fotografia italiana.


Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Maria Chiara Salvanelli | Email mariachiara@salvanelli.it - Cell + 39 3334580190

domenica 28 aprile 2024

Scatti d'ira

Nuove immagini nella sezione 'Fotografia amatoriale' del sito Arte & Leonardo Basile. L'escursione pomeridiana del 27 aprile ha avuto come obiettivi alcune costruzioni rurali che s'intravedono percorrendo la SS 16 tra Molfetta (BA) e Trani (BT): Alcuni tipici pagghiari in pietra (in agro di Bisceglie al punto 41.220146, 16.530114) e il rudere di una importante costruzione rurale (non vorrei sbagliarmi ma dovrebbe trattarsi del  Monastero del bosco del XVI° secolo - protetto dal una densa pineta, al punto 41.251611, 16.451245) in agro di Trani... oltre ai meravigliosi colori di alcuni fiori della nostra ricca e diversificata flora spontanea. (segue raccolta)





sabato 23 marzo 2024

Senili illusioni

Credere ad un'illusione è sicuramente più piacevole del dover accettare la mesta realtà... eh ma non lo dico per me (appartengo io, ormai, da oltre un paio di lustri a quella categoria umana dei 'disincantati cronici') ma per tanti miei amici e conoscenti (alcuni pure cari)... ma naturalmente senza specificarne l'ambito (so bene quanta presunzione abbondi... in quell'ambito).



venerdì 1 marzo 2024

Sull'inatteso, improvviso

A volte, la vita ci sorprende con eventi inaspettati, come un improvviso raggio di sole che squarcia le nuvole. Senza preavviso, ci ritroviamo in situazioni che cambiano il corso delle nostre giornate. È come se il destino, con la sua mano invisibile, ci guidasse verso nuove strade e ci mostrasse prospettive che non avevamo mai considerato. L’inaspettato può essere un dono o una sfida, ma ciò che conta è come affrontiamo queste sorprese e come le trasformiamo in opportunità. (ellebi)





giovedì 8 febbraio 2024

Così per dire

- La comicità di Ceccherini l'ho sempre considerata... come dire...'forzata' ovvero 'voluminosa' ma scarsamente efficace. Insomma: non mi ha mai fatto veramente ridere.

La sua ultima boutade - quella sugli Ebrei che vincono sempre, riferita agli Oscar di Oppenheimer - ha scaldato moltissimi animi. Naturalmente non era da ridere... ma, in fondo in fondo... che cosa ha detto di tanto male?? Non è forse la verità??

- Da quest'anno i Btp non contribuiscono più al calcolo dell'ISEE... il che significa che anche i ricchi diventano poveri e tutti insieme possono spartirsi quei quattro spiccioli destinati a chi ha bisogno di aiuto economico... é l'Italia, bellezza, e tu non puoi farci nulla.

- Il cantautore Ghali a ‘Che tempo che fa’ ha detto che : “A scuola ci hanno insegnato a batterci per la pace, è un mondo strano se all’improvviso chiedere la pace diventa divisivo”... lo stesso mondo che ci porta a glorificare un filonazista, capo e coadiuvante di marce legate a un pensiero di estrema destra, a stare dalla parte degli ucraini pur sapendo che sin dal 2014 il loro esercito ha usato bombe a grappolo nelle aree popolate sotto il controllo dei separatisti, a giustificare la carneficina di Israele nei confronti dei palestinesi... E' un mondo decisamente strano. 

- "Non si capisce più niente"... dicevano una volta gli anziani.

- Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina. E' giunto il momento che l'Occidente intervenga con i fatti, dato che le parole non producono alcun risultato.

- Cambiamo noi, e cambia il mondo intorno a noi. Cambia il mondo intorno a noi, e cambiamo noi.

- Il centro dell'universo è ormai un punto saturo... Troppa, la gente che vuol starci.

- Volevano una festa per ricordare i crimini dei loro misfatti... e da qualche anno ce l'hanno...  Ora di che si lamentano??

- Benedetta, Angelica, Abramo, Letizia e Ismaele... questi i nomi di cinque bimbi nati nell'arco di 5 anni dalla fantasia 'a fine di truffa' di una donna di 50 anni. Tutti registrati regolarmente all'anagrafe, con tanto di certificati di nascita per poter percepire dall'INPS assegni e indennità varie...  Qui, la tanto vituperata Intelligenza Artificiale... le fa un baffo!!! 🤔

- Il cognato più famoso d'Italia... Ferma il Freccia Rossa ma non riesce a forare le gomme ai trattori. 🤔

- Sono solo canzonette... E fin qua, nulla da eccepire... ma è 'l'indotto'  (le polemiche) a disturbare, a renderlo inguardabile per non farsi risucchiare dalla spirale dell'idiozia... Per me, per gli altri... non so. 🤔

- Quello che non capisco - e credetemi non capisco - è perchè dovremmo considerare una vittoria con l'attributo d'italianità  - secondo la single-signora in doppiopetto con a seguito  i lacché di corte - il ritiro della proposta di legge (UE) sui pesticidi dopo la protesta degli agricoltori. Non capisco... perchè io ero convinto che i pesticidi recassero un danno all'organismo umano... Mah, forse mi sono distratto un attimo...🤔

- Ma quei Ministri della Repubblica che se ne vanno in giro - in quella veste - portando al bavero della giacca la spilla del tal Alberto da  Giussano, fanno propaganda?? E se sì... è conflitto di interesse?? Non è che a 'sparare' sulla Chiara son boni ma poi loro...🤔

Foto by leonardo basile


domenica 21 gennaio 2024

Prévert e la giornata mondiale dell'abbraccio

Oggi è la giornata mondiale dell'abbraccio... Un Prévert, ci sta.


Migliaia e migliaia di anni

Non basterebbero

Per dire

Il minuscolo secondo d’eternità

In cui tu m’hai abbracciato

In cui io t’ho abbracciato.


Jacques Prévert



giovedì 12 ottobre 2023

Oltre ogni confine/Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente

Sabato 21 ottobre alle ore 18.00 si inaugura, presso la Galleria Mo.C.A. – Piazza degli Zingari, 1 - Roma la mostra dal titolo: Oltre ogni confine/Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente a cura di Antonietta Campilongo


L’Associazione Neworld e.t.s. aderisce a Rome Art Week 2023 Torna con nuove opere questo progetto espositivo che riflette sul futuro del pianeta e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto Uomo/Natura. Oltre ogni confine Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente 

Dopo Grammelot (2016 Roma MACRO) ed Apolidi (2018 Milano Fabbrica del Vapore e 2019 Roma Palazzo Merulana), torniamo a parlare di immigrazione e inclusione che, in tutte le sue diverse declinazioni, sarà al centro della rassegna oltre ogni confine. L’esposizione si propone come una forma di narrazione collettiva, in cui s’intersecano vari punti di vista. 

La mostra intende raccogliere materiali di analisi e di riflessione su temi fortemente sensibili e attuali, quali la ricognizione delle diversità, dell’accoglienza. Vogliamo, anche, in questa occasione, sensibilizzare in relazione ai cambiamenti climatici quale fattore alla radice degli esodi forzati e alla necessità di occuparsi della difesa delle persone in fuga da contesti segnati da catastrofi naturali. 

Per riflettere: Gli eventi segnati da condizioni climatiche estreme hanno generato gravi esigenze umanitarie. Secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, vi sono stati 18,8 milioni di nuovi sfollati interni in fuga da catastrofi naturali nel 2017. La maggior parte degli esodi legati a rischi naturali e all’impatto dei cambiamenti climatici è interna, considerato che le persone colpite restano entro i confini nazionali. Tuttavia, succede anche che si verifichino fenomeni molto gravi che costringono le persone a fuggire oltre confine, tant’è che il termine “rifugiato climatico” è spesso utilizzato dai media e nei dibattiti. Gli studi determinano che il clima sta mutando a un ritmo superiore a quello previsto dalla maggior parte degli scienziati. Si registrano famiglie e comunità che hanno già iniziato a soffrire le conseguenze di catastrofi naturali e cambiamenti climatici, costringendole ad abbandonare le proprie case per rifarsi una vita altrove. 

Titolo: Oltre ogni confine/ Riflessioni sul rapporto tra Uomo e Ambiente A cura di: Antonietta Campilongo 

Organizzazione: Associazione Neworld e.t.s. 

Artisti in mostra: Andrea Ádány, Teresa Bianchi, Nello Bruno, Antonella Catini, Silvano Corno, Vincenza Costantini, Alexander Luigi Di Meglio, Alexandre di Portovenere, Stefano Imbratta, Lean (Andrea Leonardi), Debbie Martin, Loredana Salzano, Flaviana Pesce, Andrea Sterpa, Krisztina Szabó, Carlo Tirelli, Anna Tonelli, Klára Várhelyi, Villő Steiner, Tommaso Maurizio Vitale. 

Servizi Fotografici: Enrico Porcaro Luogo: Galleria Mo.C.A. – Piazza degli Zingari, 1 - 00184 Roma 

Durata: dal 21 al 29 ottobre 2023 

Inaugurazione: sabato 21 ottobre ore 18.00 - 21.00 – ingresso libero 

Alle 18.30 verrà presentato il Romanzo “I senzavoce” di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini. Le autrici presentano un romanzo distopico ambientato alla fine del terzo millennio: il riscaldamento globale ha stravolto il pianeta Terra e ha decimato la popolazione umana e animale; un tentativo estremo di salvezza ha poi complicato ulteriormente la situazione. Una sola persona ha tratto vantaggio da questa Apocalisse: una scienziata che in seguito si autoproclama regina; le sue scellerate ambizioni conducono a un regime tirannico, da cui i giovani protagonisti dell’opera cercheranno di liberarsi. 

Banco di assaggio: Casale del Giglio 

 Orario di apertura mostra: Dal lunedì al venerdì ore 10.00/13.00 - 15.30/18.30 – sabato e domenica ore 17.00/20.00 - Ingresso: libero Press 

Office: Associazione Neworld e.t.s. 

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